Green fashion. La moda diventa sostenibile.
Nel 2020 il consumo medio di prodotti tessili per persona nell'UE ha richiesto 400 mq di terreno, 9 m3 di acqua, 391 kg di materie prime e ha causato un'impronta di carbonio di circa 270 kg secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente.
Il settore tessile impiega milioni di persone in tutto il mondo, rendendolo tra i più grandi al mondo e una parte importante dell'industria manifatturiera europea. Tuttavia, la produzione e il consumo tessile provocano impatti ambientali, climatici e sociali significativi poiché utilizzano risorse, acqua, terra e sostanze chimiche ed emettono gas serra e sostanze inquinanti.
Per far fronte all'impatto che questo fenomeno ha sull'ambiente, l'UE intende ridurre gli sprechi tessili, aumentando il ciclo di vita e il riciclo dei tessuti come parte integrante del piano per raggiungere un'economia circolare entro il 2050.
Nell'ambito del piano d'azione per l'economia circolare, nel marzo 2022 la Commissione europea ha presentato una nuova strategia per rendere i tessuti più durevoli, riparabili, riutilizzabili, riciclabili e in grado di affrontare il fenomeno della c.d. fast fashion (ovvero il metodo di produzione che prevede il lancio di nuove collezioni continuamente e in tempi brevissimi) stimolando l'innovazione nel settore.
La nuova strategia comprende nuovi requisiti di progettazione ecocompatibile per i tessuti, informazioni più chiare, un passaporto digitale dei prodotti e l'invito per le aziende ad assumersi la responsabilità e ad agire per ridurre al minimo la propria impronta di Co2 e ambientale.