Fino a 11 milioni di tonnellate di rifiuti plastici nei fondali marini.
I fondali oceanici contengono dai 3 agli 11 milioni di tonnellate di plastica distribuita in particolare attorno ai continenti, in prossimità degli insediamenti umani, secondo uno studio condotto dall’Agenzia scientifica nazionale dell’Australia (Ciro) in collaborazione con l’università di Toronto, in Canada.
Le profondità degli oceani rappresentano veri e propri serbatoi di inquinamento in cui si accumula una quantità di plastica fino a 100 volte superiore rispetto a quella dei rifiuti plastici galleggianti sulla superficie degli oceani.
La produzione di plastica è aumentata esponenzialmente nel tempo, tanto che si prevede che entro il 2050 avremo generato un totale di 26.000 milioni di tonnellate di resina vergine. Si prevede che circa la metà di questa plastica diventi rifiuto.
L’oceano profondo è costituito da due principali serbatoi di inquinamento da plastica: il fondale oceanico, con la presenza di grandi oggetti di plastica posti sul fondo e i sedimenti oceanici sfusi, contenenti particelle di plastica più piccole mescolate nel sedimento.
Gli autori dello studio ritengono che “il fondale oceanico sia tra i più grandi serbatoi di inquinamento da plastica e si sospetta che sia un serbatoio, o pozzo, a lungo termine, a causa della mancanza di processi di rimozione che agiscono su di esso. Ciò è ulteriormente aggravato dai tassi di degradazione estremamente lenti della plastica in ambienti freddi, privi sia di ossigeno che di radiazioni UV“.